LA CHIESA DI SANTA MARIA DI BETLEM E LA FARADDA DI LI CANDALERI
cinque secoli tra fede e tradizione
Cenni storici
I Francescani arrivarono a Sassari intorno al 1220 e si insediarono nella chiesetta rurale di Santa Maria di Campolongu, dopo la partenza dei Benedettini.
I Francescani stabilirono uno stretto legame con la città e le sue istituzioni grazie anche alla loro opera di assistenza a favore dei poveri, malati e diseredati.
Dal Codice degli Statuti del Comune di Sassari emerge questo rapporto di fiducia tra i Francescani e la Comunità sassarese.
Itinerario 1: IL CHIOSTRO
La porta gotica, murata nella facciata della chiesa, era l'antico accesso al chiostro. Parte del chiostro originario è stata inglobata nella chiesa per costruire le cappelle laterali. Del chiostro originario si possono osservare i resti di alcune colonne in mattoni con capitelli di pietra. Il chiostro di Santa Maria non era di esclusivo uso dei religiosi, ma era normalmente aperto al pubblico per ur atto di carità e traternità a beneticio dei sassaresi con i quali i frati avevano ur rapporto speciale. Al centro del chiostro vi è una fontana detta del Brigliadore, datata 1523, che sostituì una precedente più semplice.
Nei secoli la popolazione poteva accedere al chiostro per attingere l'acqua.
La tontana è costituita da una vasca di pietra arenaria dove sono scolpiti gli scudi con gli stemmi dei consiglieri dell'epoca e al centro lo stemma d'Aragona con la torre civica sovrapposta che conferma il patrocinio della municipalità sul convento. Al centro si erge una colonnina bronzea sormontata da quattro teste leonine dalle cui bocche sgorga l'acqua. Nella sua sommità è presente un iscrizione in caratteri gotici coi nomi dei consiglieri e la data.
Tra gli stemmi delle lapidi murate nel chiostro ci sono i più antichi simboli araldici rinvenuti in Sardegna.
Itinerario 2: IL MUSEO DEI CANDELIERI
CENNI STORICI SULLE ORIGINI DELLA FESTA DEI CANDELIERI O FARADDA
Il rapporto fra la città e il convento di Santa Maria si intensificò dopo la peste del 1528, cessata alla vigilia della festa della Vergine Assunta alla metà di agosto. In questa occasione si rinnovò il rituale di origine pisana, che aveva come momento culminante la processione dei ceri, trasformati nel Seicento in
pesanti Candelieri di legno.
Essi venivano portati la sera del 14 agosto dai rappresentanti delle Corporazioni di arti e mestieri come ringraziamento alla Madonna per la cessazione della peste.
Ancora oggi si ripete ogni anno l'offerta simbolica attraverso la discesa dei
Candelieri (la Faradda) lungo le vie del centro storico fino alla chiesa di Santo
Maria dove viene esposta la statua della Madonna Assunta.
La discesa è una processione danzante, al ritmo dei tamburi, nel corso della quale vengono trasportati a spalla dai rappresentanti dei Gremi i Candelieri ceri simbolici in forma di grandi colonne di legno) ornati da nastri sgargianti, fiori e bandiere tra il tripudio della tolla.
Alla Faradda partecipano ufficialmente 13 Gremi.
I Museo si articola in tre sale. Nella prima sala sono esposti gli antichi Candelieri dei Gremi dei contadini, degli ortolani, dei sarti e gli abiti tradizionali degli esponenti delle tre corporazioni.
Si possono ammirare, inoltre, le riproduzioni in miniatura dei tredici Candelieri che sfilano il 14 agosto, opera di un artigiano locale. In alcune teche sono esposti la statua della Vergine dormiente e i suoi preziosi abiti, risalenti al 1700, ricamati con fili d'oro e d'argento.
Nella seconda e terza sala si possono ammirare le fotografie delle passate Faradde dei Candelieri, altri costumi delle corporazioni di mestiere, strumenti musicali e un video sulla discesa dei Candelieri.
Itinerario 3: LA BIBLIOTECA
La biblioteca di Santa Maria di Betlem è antichissima e risale probabilmente al
XIII secolo con l'insediamento dei Francescani in città. Nel corso dei secoli la biblioteca ha avuto un ruolo centrale nella vita sociale e culturale della città.
E' noto il contributo dei Francescani alla cultura sarda in tutti i suoi aspetti e, in particolare, alla diffusione dell'istruzione nell'isola.
Oggi la biblioteca è collocata al piano terra nei pressi dell'aula capitolare.
In una delle sale sono collocati i testi antichi e il fondo musicale con interessanti spartiti manoscritti.
Il fondo antico comprende 722 testi con preziosi esemplari del XVI e XVII secolo tra cui una Bibbia Sacra del 1569. La raccolta libraria comprende ora circa 36 mila testi di argomento religioso, storico, letterario, artistico e un'im-
portante sezione di storia locale.
THE CHURCH OF SAINT MARY OF BETHLEHEM
AND THE DESCENT OF THE CANDELIERI (THE "FARADDA")
five centuries between faith and tradition
Hints on the historical background
The Franciscans arrived in Sassari around 1220 and settled in the rural church ot Santa Maria di Campulongu, atter the departure of the Benedictines. Ine Franciscans established a close bond with the city and its institutions thanks to their work of assistance to the poor, the sick and the disinherited.
Itinerary 1: THE CLOISTER
The Gothic door, walled into the facade of the church, used to be the ancient access to the cloister. Part of the original cloister was incorporated into the church to build the side chapels. The remains of some brick columns with stone capitals of the original cloister can be seen. The cloister of Saint Mary's was not for the exclusive use of religious people, but was normally open to the public as an act of charity and traternity for the benefit of the people in Sassari Itinerary 5: THE CLOISTER
The Gothic door, walled into the facade of the church, used to be the ancient access to the cloister. Part of the original cloister was incorporated into the church to build the side chapels. The remains of some brick columns with stone capitals of the original cloister can be seen. The cloister of Saint Mary's was not for the exclusive use of religious people, but was normally open to the public as an act of charity and traternity for the benefit of the people in Sassari Itinerary 5: THE CLOISTER
The Gothic door, walled into the facade of the church, used to be the ancient access to the cloister. Part of the original cloister was incorporated into the church to build the side chapels. The remains of some brick columns with stone capitals of the original cloister can be seen. The cloister of Saint Mary's was not for the exclusive use of religious people, but was normally open to the public as an act of charity and traternity for the benefit of the people in Sassari with whom the triars had a special relationship. At the centre of the cloister there is a tountain known as the "Brigliadore", dated 1523, which replaced a simpler previous one. Over the centuries the population was allowed to access the cloister to draw water.
The fountain consists of a sandstone basin where the shields with the coats of arms of the counsellors of the time and, in the centre, the coat of arms of Aragon with the superimposed civic tower are carved, which confirms the patronage of the municipality over the convent. In the centre stands a bronze column surmounted by tour lion heads from whose mouths water tlows. At it top there is an inscription in Gothic characters with the names of the counsel-lors and the date. Among the coats of arms of the tombstones walled up in the cloister there are the oldest heraldic symbols found in Sardinia.
Itinerary 2: THE CANDLESTICK MUSEUM
Historical notes on the origins of the Candelieri or "Faradda" feast.
The relationship between the city and the convent of Santa Maria intensified atter the plague of 1528, which ceased on the eve of the feast of the Virgin of the Assumption in mid-August. On this occasion the ritual of Pisan origin was renewed, which culminated in the procession of candles, which were replaced by heavy wooden candlesticks in the seventeenth century. They were carried by representatives of the guilds of arts and crafts on the evening of August 14th as thanks to the Vergin for the cessation of the plague. Even today the symbolic offering is repeated every year through the descent of the Candelieri (the "Faradda"), along the streets of the historic centre down to Saint Mary's Church where the statue of the Madonna Assunta is exhibited. The descent is a dancing procession, to the rhythm of the drums, during which the Cande-lieri (symbolic candles in the form of large wooden columns) decorated with brightly coloured ribbons, flowers and flags are carried on the shoulders by the representatives of the Gremi (guilds) amidst the jubilation of the crowa.
Thirteen Gremi officially participate in the "Faradda"
Itinerary 3: THE LIBRARY
The library of Saint Mary of Bethlehem is very ancient and probably dates back to the 13th century with the settlement of the Franciscans in the city. Over the centuries the library has played a central role in the social and cultural life of the city. The contribution of the Franciscans to Sardinian culture in all ts aspects and, in particular, to the diffusion of education on the island i: well known. loday the library is located on the ground floor near the chapte house. In one of the rooms there are the ancient texts and the musical fund with interesting handwritten scores. The ancient collection includes 722 texts with precious specimens from the 16th and 17th centuries including a Holy Bible from 1569. The book collection now includes around 36,000 texts on religious, historical, literary and artistic topics and an important local history section.
DIE KIRCHE SANTA MARIA IN BETLEM
UND DIE FARADDA DI LI CANDARERI
fünf Johrhunderte zwischen Glauben und Tradition
Historische Hinweise
Die Franziskaner kamen um 1220 nach Sassari und ließen sich nach dem Weg-gang der Benediktiner in der Landkirche Santa Maria di Campolongu nieder. Die Franziskaner sind eng mit der Stadt und ihren Institutionen verbunden, auch dank ihrer Arbeit für die Armen, Kranken und Besitzlosen. Aus der Gemeindesatzung der Stadt Sassari geht diese Anerkennung zwischen den Franziskanern und der Gemeinschaft Sassari hervor.
Route 1: DER KREUZGANG
Die gotische lür, die in die Kirchenfassade eingemauert ist, war der ehemalige Eingang zum Kreuzgang. Ein Teil des ursprünglichen Kreuzgangs wurde in die Kirche integriert, um die Seitenkapellen zu bauen. Vom ursprünglichen Kreuzgang sind noch die Reste einiger Backsteinsäulen mit Steinkapitellen zu sehen.
Der Kreuzgang von Santa Maria stand nicht ausschließlich den Mönchen zur Verfügung, sondern war in der Regel als Akt der Nächstenliebe und Brüderlichkeit zugunsten der Einwohner von Sassari, zu denen die Mönche eine besondere Beziehung unterhielten, auch der Offentlichkeit zugänglich. In der Mitte des Kreuzgangs befindet sich ein als „Brigliadore" bezeichneter Brunnen aus dem Jahr 1523, der einen truheren, einfacheren Brunnen ersetzte. Im Laufe der Jahrhunderte konnte die Bevölkerung das Kloster betreten, um Wasser zu schöpfen. Der Brunnen besteht aus einem Sandsteinbecken, in das die Schilder mit den Wappen der damaligen Ratsherren eingemeißelt sind. In der Mitte befindet sich das Wappen von Aragonien mit dem darüber liegenden Stadtturm, der die Schirmherrschaft der Stadt über das Kloster bestätigt. In der Mitte steht eine Bronzesäule, die von vier Löwenköpfen gekrönt wird, aus deren Mäulern das Wasser fließt. An der Spitze befindet sich eine Inschrift in gotischen Buchstaben mit den Namen der Ratsmitglieder und dem Datum. Unter den Wappen auf den im Kreuzgang eingemauerten Grabsteinen befinden sich die ältesten auf Sardinien gefundenen heraldischen Symbole.
Route 2: DAS MUSEUM DER CANDELIERI
Geschichtlicher Hintergrund zum Ursprung des Festes der Kerzenleuchter oder auch "Faradda" genannt. Die Beziehung zwischen der Stadt und dem Kloster Santa Maria di Betlehem intensivierte sich nach der Pest von 1528, die am Vorabend des Festes der Vergine Assunta (Maria Himmelfahrt) Mitte August endete.
Bei dieser Gelegenheit wurde das aus Pisa stammende Ritual erneuert, das in der Prozession der Kerzen giptelte, die im 1/. Jahrhundert in schwere hölzerne Kerzenständer umgewandelt wurden. Sie wurden am Abend des 14. August von Vertretern der Kunsthandwerkszünfte als Dank an die Madonna für das Ende Route 6: DAS MUSEUM DER CANDELIERI Geschichtlicher Hintergrund zum Ursprung des Festes der Kerzenleuchter oder auch "Faradda" genannt. Die Beziehung zwischen der Stadt und dem Kloster Santa Maria di Betlehem intensivierte sich nach der Pest von 1528, die am Vorabend des Festes der Vergine Assunta (Maria Himmelfahrt) Mitte August endete.
Bei dieser Gelegenheit wurde das aus Pisa stammende Ritual erneuert, das in der Prozession der Kerzen giptelte, die im 1/. Jahrhundert in schwere hölzerne Kerzenständer umgewandelt wurden. Sie wurden am Abend des 14. August von Vertretern der Kunsthandwerkszünfte als Dank an die Madonna für das Ende der Pest getragen. Auch heute noch wird die symbolische Opfergabe jedes Jahr durch das Herabsteigen der Kerzenständer („Faradda") durch die Straßen der Altstadt bis zur Kirche Santa Maria wiederholt, wo die Statue der Madonna Assunta (Mariä Himmelfahrt) aufgestellt ist. Der Abstieg ist eine tanzende Prozession im Rhythmus der Trommeln, bei der die mit bunten Bändern, Blumen und Fahnen geschmückten Kerzenständer (symbolische Kerzen in Form großer Holzsäulen) auf den Schultern der Vertreter der Handwerkerzünfte unter dem Jubel der Menge getragen werden. Dreizehn Gremien nehmen offiziell an der "Faradda" teil. Das Museum ist in drei Räume unterteilt. Im ersten Raum sind die alten Kerzenständer der Handwerkerzünfte (Gremi) der Bauern, Gärtner und Schneider sowie die traditionelle Kleidung der Mitglieder der 3 Zünfte ausgestellt. Außerdem können Miniaturnachbildungen der 13 Kerzenständer bewundert werden, die am 14.
August von lokalen Handwerkern bei einem Umzug getragen werden. Die Statue der schlafenden Jungfrau und ihre kostbaren, mit Gold- und Silberfäden bestickten Gewänder aus dem 17. Jahrhundert sind in Schaukästen ausgestellt. Im zweiten und dritten Saal kann man Fotos früherer Umzüge („Faradda"), der "Can-delieri" ', andere Trachten der Handwerkszünfte, Musikinstrumente und ein Video über die Discesa der Candelieri (Umzug der Handwerkszünfte) bewundern.
Route 3: DIE BIBLIOTHEK
Die Bibliothek von Santa Maria di Betlem (Heiligen Maria von Bethlehem) ist sehr alt und geht wahrscheinlich auf das 13. Jahrhundert zurück, als sich die Franziskaner in der Stadt niederließen. Im Laufe der Jahrhunderte spielte die Bibliothek eine zentrale Rolle im sozialen und kulturellen Leben der Stadt. Der Beitrag der Franziskaner zur sardischen Kultur in all ihren Aspekten und insbesondere zur Verbreitung des Bildungswesens aut der Insel ist allgemein bekannt. Heute befindet sich die Bibliothek im rageschoss neben dem Kapitelsaal. Einer der Räume beherberat die alten Texte und die Musiksammlung mit interessanten handschriftlichen Partituren. Die antike Sammlung umfasst 722 Texte mit wertvollen Exemplaren aus dem 16. und 17. Ja-hrhundert, darunter eine Heilige Bibel aus dem Jahr 156%. Die Büchersammlung umfasst heute rund 36.000 Texte zu religiösen, historischen, literarischen und küns-terischen Themen sowie eine wichtige Abteilung zur lokalen Geschichte.
LA IGLESIA DE SANTA MARIA DE BETLEM
Y LA FARADDA DI LI CANDARERI
cinco siglos entre la fe y la tradición
Notas Historicas
Los franciscanos llegaron a Sassari alrededor de 1220 y se establecieron en la pequeña iglesia rural de Santa Maria di Campolungo cuando se fueron los Benedictinos. Los Franciscanos entablaron una fuerte relacion con la ciudad y sus instituciones gracias a su labor de asistencia a los pobres, enfermos y deshe-redados. El Códice de los Estatutos del Municipio de Sassari revela esta relación de confianza entre los franciscanos y la comunidad de Sassari.
Itinerario 1: EL CLAUSTRO
La puerta gótica, tapiada en la fachada de la iglesia, era el antiguo acceso al claustro. Parte del claustro original se incorporó a la iglesia para construir las capillas laterales. Del claustro original se pueden observar los restos de algunas columnas de ladrillo con capiteles de piedra. El claustro de Santa María no era de uso exclusivo de los religiosos, sino que normalmente estaba abierto al público, sino que normalmente estaba abierto al público como acto de caridad y fraternidad en beneficio de los sassareses con los que los frailes tenían un vínculo especial. En el centro del claustro se encuentra una fuente llamada del "Brigliadore" , de 1523, que sustituyó a otra anterior más sencilla. A lo largo de los siglos, la población pudo acceder al claustro para sacar agua. La fuente consta de una pila de arenisca en la que están tallados escudos con las enseñas de los concejales de la época y, en el centro, el escudo de Aragón con la torre cívica superpuesta que confirma el patronazgo del municipio sobre el convento.
En el centro se alza una columna de bronce coronada por cuatro cabezas de león de cuyas bocas fluye el agua. En su parte superior hay una inscripción en caracteres góticos con los nombres de los concejales y la fecha. Entre los escudos de armas de las lápidas de las paredes del claustro, se encuentran los símbolos heráldicos más antiguos encontrados en Cerdeña.
Itinerario 2: EL MUSEO DE LOS CANDELIERI O FARADDA
La unión entre la ciudad y el convento de Santa María se intensificó tras la peste de 1528, que terminó en vísperas de la fiesta de la Asunción de la Virgen María, a mediados de agosto. En esta ocasión, se renovó el ritual de origen pisano, que tenía como momento culminante la procesión de las velas, transformadas en pesados candelabros de madera en el siglo XVII. Los representantes de los gremios de artesanos como agradecimiento a Nuestra Señora por el cese de la peste, los llevaban la tarde del 14 de agosto. Aún hoy, la ofrenda simbólica mediante el descenso de los "Candelieri" (los candelabros) (la "faradda") se repite cada año por las calles del casco antiguo hasta la iglesia de Santa María, donde se encuentra la estatua de Nuestra Señora de la Asunción.
El descenso es una procesión danzante, al ritmo de tambores, durante la cual los "Candelieri" (los candelabros) (velas simbólicas en forma de grandes columnas de madera) adornados con cintas de colores vivos, flores y banderas son lleva-dos a hombros por los representantes del Gremios ante el júbilo de la multitud.
A la "faradda" asisten oficialmente 13 Gremios. El Museo está dividido en tres salas. En la primera sala, se exponen los antiguos candelabros del Gremio de los agricultores, hortelanos y sastres, así como los trajes tradicionales de los miembros de los tres gremios. También se podrá admirar las producciones en miniatura de los trece "candelieri" (candelabros) que destilan el 14 de agosto, obra de un artesano local. En algunas vitrinas se exponen la estatua de la Virgen dormida y sus preciosos ropajes, del siglo XVIII, bordados con hilos de oro y plata.
En la segunda y tercera salas se pueden admirar fotografías de antiguos fabricantes de velas "faradde", , otros trajes de los gremios, instrumentos musicales y un vídeo sobre la descendencia de los fabricantes de candelieri (cirios).
Itinerario 7: LA BIBLIOTECA
La biblioteca de Santa María de Belén es muy antigua y data probablemente del siglo XIII, con el asentamiento de los franciscanos en la ciudad. A lo largo de los siglos, la biblioteca ha desempeñado un papel central en la vida social y cultural de la ciudad. Es conocida la contribución de los franciscanos a la cultura sarda en todos sus aspectos y, en particular, a la difusión de la educación en la isla.
En la actualidad, la biblioteca se encuentra situada en la planta baja, cerca de la sala capitular. Una de las salas alberga los textos antiguos y la colección de música con interesantes partituras manuscritas. La colección de antigüedades comprende /22 textos con valiosos ejemplares de los siglos XVI y XVII, incluido una Santa Biblia de 56%. En la actualidad, la colección de libros incluye unos 36.000 textos sobre temas religiosos, históricos, literarios y artísticos, así como una importante sección sobre historia local.
L'ÈGLISE DE SAINTE MARIE DE BETLEM
ET LA FARADDA DE LI CANDARERI
cinque siècles entre foi et tradition
Notes historiques
Les Franciscains arrivèrent à Sassari vers l'an 1220 et s'installèrent dans la petite église rurale de Santa Maria di Campolongu, après le départ des Bénédictins.
Les Franciscains établirent un lien étroit avec la ville et ses institutions grâce aussi à leur œuvre d'assistance en faveur des pauvres, des malades et des déshérités.
Du Code des Statuts de la Commune de Sassari émerge ce rapport de confiance entre les Franciscains et la Communauté Sassarese.
Itinéraire 1: LE CLOÏTRE
La porte gothique, murée dans la façade de l'église, était l'ancien accès au cloître. Une partie du cloître original a été englobée dans l'église pour construire les chapelles latérales. Du cloître d'origine on peut observer des chapelles de quelques colonnes en briques avec des chapiteaux de pierre. Le cloître de Santa Maria n'était pas réservé aux religieux, mais était normalement ouvert au public pour un acte de charité et de fraternité, au profit des Sassaresi avec lesquels les frères avaient un rapport spécial. Au centre du cloître se trouve une fontaine dite du "Brigliadore", datée de 1523, qui en remplace une précédente plus simple.
Au cours des siècles, la population pouvait accéder au cloître pour puiser l'eau.
La fontaine est constituée d'un bassin en grès où sont sculptés les boucliers avec les armoiries des conseillers de l'époque et au centre le blason d'Aragon avec la tour civique superposée qui confirme le patronage de la municipalité sur le couvent. Au centre, se dresse une colonne en bronze surmontée de quatre têtes léonines dont la bouche jaillit de l'eau. Sur son sommet se trouve une inscription en caractères gothiques avec les noms des conseillers et la date. Les armoiries des pierres tombales dans le cloître se trouvent les plus anciens symboles héraldiques trouvés en Sardaigne.
Itinéraire 2: LE MUSÉE DES CANDELIERI
Notes historiques sur les origines de la fête des Chandeliers ou Faradda.
La relation entre la ville et le couvent de Santa Maria s'intensifie après la peste de 1528, qui a cessé à la veille de la fête de la Vierge à la mi-août.
A cette occasion, le rituel d'origine Pisane a été renouvelé, il avait pour point culminant la procession des cierges, transformés au XVIle siècle en lourds chandeliers en bois. Ils étaient apportés le soir du 14 août par les représentants des Corporations d'arts et métiers en remerciement à la Vierge pour la cessation de la peste à Sassari.
Aujourd'hui encore, on répète chaque année l'offrande symbolique à travers la descente des chandeliers (la "faradda") le long des rues du centre historique, jusqu'à l'église de Santa Maria où est exposée la statue de la Vierge de l'As-somption. La descente est une procession dansante, au rythme des tambours, au cours de laquelle sont transportés, à l'épaule par les représentants des Gremi, les chandeliers (cierges symboliques en forme de grandes colonnes de bois), ornés de rubans flamboyants, de fleurs et de drapeaux, au milieu de l'émeute de la foule. A la "faradda" participent officiellement 13 Gremi.
Itinéraire 3: LA BIBLIOTHÈQUE
La bibliothèque de Sainte Marie de Bethléem est très ancienne et remonte probablement au Xille siècle, avec l'installation des tranciscains en ville.
Au cours des siècles, la bibliothèque a joué un rôle central dans la vie sociale et culturelle de la ville. On connaît la contribution des franciscains à la culture sarde dans tous ses aspects, notamment à la diffusion de l'instruction dans l'île.
Aujourd'hui, la bibliothèque est située au rez-de-chaussée, près de la salle capi-tulaire. Dans l'une des salles sont placés les textes anciens et le tond musical avec des partitions manuscrites remarquantes.
Le fond antique comprend 722 textes avec des exemplaires précieux du XVle et XVIle siècle, dont une Bible sacrée datant de 1569. La bibliothèque comprend actuellement environ 36000 textes sur des sujets religieux, historiques, littéraires, artistiques et une importante section de l'histoire locale.
Traduction réalisée par la classe 3^ M option linguistique, assistée par Mme Mariline Crisponi.
PADRE ANTONIO SISCO
Sisco è una delle figure più rappresentative dell’ordine francescano e delle vicende religiose della Sardegna del diciottesimo secolo.
Nato il 30 Maggio 1716 a Sassari, di famiglia numerosissima iniziò la sua formazione scolastica prima presso gli Scolopi e dopo presso i Minori Conventuali di Santa Maria di Betlem dove fa il noviziato e pronuncia i voti di obbedienza.
Trascorre qualche tempo oltre Tirreno dove soggiorna in diverse città: Assisi, Urbino, Roma, Napoli e Torino. A Roma è allievo di Padre Lorenzo Garganelli, che in seguito diventerà papa col nome di Clemente VII, quindi a Torino si laurea in Teologia.
Attorno alla prima metà del 1700 lo ritroviamo a Sassari quale insegnante di Teologia morale e padre Guardiano del convento di Santa Maria in Betlem.
Nel 1758 diviene Padre provinciale dell’ordine francescano e in seguito Commissario generale dei frati minori conventuali della Sardegna.
Antonio Sisco è stato uomo di cultura, autore fine e sensibile di opere di carattere religioso, filosofico e agiografico, ma il suo lavoro più importante resta certamente la raccolta e archiviazione di documenti relativi alla storia ecclesiastica e civile della Sardegna, con particolare riferimento alla città di Sassari.
Ciò che sostiene l’opera infaticabile di Sisco è quella spiritualità tipicamente francescana che emerge con forza nell’impegno profuso durante l’intenso lavoro di consultazione e raccolta di documenti manoscritti. Un’analisi dell’opera di Sisco offre ampia materia di riflessione sulle vicende sarde del periodo e aiuta a comprendere a fondo la sua personalità eclettica.
Si deve a padre Marco Ardu il Regesto di tutte le opere manoscritte e gli scritti minori, quattro consistenti volumi pubblicati nel 2000 che consentono di conoscere quanto padre Sisco ha scritto nei diversi ambiti, spaziando dalle cronache contemporanee della sua città ai temi più ampi di teologia, spiritualità e Sacra Scrittura. Il lavoro di Padre Ardu è un'opera attenta e minuziosa ripartita in sette sezioni: la prima riunisce gli scritti che trattano le tematiche bibliche; la seconda i due scritti di teologia dogmatica, quindi si passa alla sezione della liturgia e devozione e a quelle di Storia della Chiesa e del Francescanesimo per arrivare alla ponderosa sezione dedicata alla storia della Sardegna e della sua amata Sassari, da cui ha attinto a piene mani anche lo storico Enrico Costa nella sua monumentale storia di Sassari. All’insegna della completezza l’opera si conclude con una sezione dedicata ai frammenti in cui sono raccolte alcune parti degli scritti dello studioso francescano.
«I regesti di padre Ardu _ ha scritto lo storico Antonello Mattone nella presentazione dell’opera _ costituiscono uno strumento prezioso non soltanto per coloro che intendono conoscere la produzione religiosa, i testi teologici ed agiografici raccolti da Sisco, ma anche per tutti coloro che vogliono approfondire lo studio della storia della Sardegna e della città di Sassari». I regesti al momento sono reperibili in edizione provvisoria curata dal centro studi Santa Maria di Betlem. «In attesa _ confessa con estrema schiettezza padre Marco Ardu _ che qualcuno si renda conto quanto prima del grande valore storico e culturale dell’opera di padre Sisco».
Il bicentenario della morte di Sisco ha visto organizzare nella sua città di nascita un Seminario di Studi svoltosi il 22 marzo 2002 presso l'Università di Sassari i cui Atti dal titolo Padre Antonio Sisco erudito e teologo del XVIII secolo a cura di Umberto Zucca sono stati pubblicati all'interno della rivista Biblioteca Francscana Sarda, anno XIII.
Sono stati pubblicati gli atti del convegno dedicati a Padre Sisco nel dicembre 2009 sulla rivista di cultura «Biblioteca Francescana Sarda» a cura di Umberto Zucca.
** testo modificato tratto da quello di Antonio Meloni da La Nuova Sardegna del 26 marzo 2001
"Il volume che presentiamo, con introduzione di prof. Antonello Mattone (Università di Sassari), e Presentazione e Cronologia bio-bibliografica da parte del Curatore, frutto maturo di un Seminario di studi presso l’Università di Sassari nel 2002, affronta per la prima volta un’esplorazione della personalità e degli scritti di Antonio Sisco (1716-1801). Undici studiosi ricostruiscono la sua personalità e la sua opera considerandole innanzi tutto nel contesto socio-politico dell’Isola e religioso-culturale della sua famiglia religiosa francescana (Umberto Zucca, Oristano, direttore di «Biblioteca Francescana Sarda»), come pure nel suo itinerario culturale che lo portò ad addottorarsi in Teologia a Torino e a poterlo oggi considerare, per il suo insegnamento e per le sue opere, membro emergente della cultura del suo tempo e scrittore tra i più prolifici del suo Ordine (Francesco Costa, Roma. Facoltà Teologica di S. Bonaventura); quindi quale frate e sacerdote nella sua Sassari e nell’Isola (Marco Ardu, Sassari, direttore del Centro Studi S. Maria di Betlem), cronista della sua città (Manlio Brigaglia, Università di Sassari), docente di Teologia morale (Miriam Turrini, Università di Pavia con sede in Cremona), scrittore biblista (Tiziano Lorenzin, Padova, Facoltà Teologica del Triveneto); infine, dopo averne scoperto la personalità quale emerge dalla scienza grafologica (Lamberto Torbidoni e Pacifico Cristofanelli, Urbino, Istituto grafologico Moretti), viene studiato come ricercatore di tutte le fonti possibili di storia (Mauro G. Sanna, Università di Sassari), maestro di spiritualità biblico-patristica e della pietà popolare centrata sul Cristo sofferente (Giovanna Mantelli, Alghero, docente di scuole Medie), e ancora oggi oggetto di ricerca storica e teologica presso l’Università di Sassari (Antonella Panzino, Sassari, responsabile della sezione Manoscritti e rari della Biblioteca Universitaria). Il libro, accattivante per la sovracoperta a colori e per le settantacinque pagine di illustrazioni in b/n a coronamento dei vari saggi, è arricchito di Indice alfabetico dei nomi di persona e di luogo, che rendono più agevole la lettura e la ricerca degli argomenti." |
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Il racconto della sommossa del 1780 di Frate Sisco
MONSIGNOR PIETRO MELONI
Pietro Meloni è nato a Sassari il 31 agosto 1935 da Lussorio e Lucia Demuro.
Il padre, nato a Norbello, fece l'agricoltore fino all'età di 20 anni, leggendo nei campi ogni libro che il parroco gli prestava: si presentò allora all'esame di Maturità Classica, iscrivendosi poi nella Facoltà di Belle Lettere all'Università di Firenze, dove si laureò nel 1926; la madre, nata in uno stazzo della Gallura tra Luras e Luogosanto, ha sempre fatto la donna di casa.
Battezzato nella cattedrale di San Nicola, Pietro Meloni visse poi nella parrocchia di San Giuseppe, impegnandosi nella Gioventù di Azione Cattolica, nella quale fu presidente diocesano di Sassari e poi responsabile della gioventù per tutta la Sardegna, animatore dei campeggi sul Limbara, sul Gennargentu, e a Sa Fraigada fino al 1962.
Presidente provinciale del Centro Sportivo Italiano, dopo esser stato fondatore e giocatore della squadra Fortitudo Compi gli studi al Liceo Ginnasio Azuni di Sassari e alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari, dove si laureò nel 1959, specializzandosi poi in Filologia Classica a Roma e ad Heidelberg. Divenne assistente di Letteratura Latina presso l'Università di Cagliari, posto che lasciò per recarsi a Roma per studiare filosofia e teologia nella Pontificia Università Gregoriana, dove prese la laura in teologia. Nel 1968, all'età di 33 anni, fu consacrato sacerdote da mons. Paolo Carta nella chiesa di San Giuseppe.
Fin dal 1970, anno della istituzione, fu docente di Lingua e Letteratura Latina nella Facoltà di Magistero di Sassari, dove fu anche Direttore dell'Istituto di Filologia Classica e poi Direttore della Biblioteca di Facoltà. Si può ben dire che in quegli anni a funzionare come Istituto di Filologia Classica era l'abitazione di Pietro Meloni che, con quella generosità che tutti gli riconosciamo, ospitava i suoi giovani allievi, borsisti, assegnisti e laureandi, per guidarli nelle ricerche e nel lavoro di elaborazione delle tesi. Non appena fu possibile disporre di locali idonei il Prof. Meloni fu tra i primi docenti della Facoltà ad avviare il lavoro di allestimento della Biblioteca, oggi fornita di una notevole mole di volumi specialistici, grazie soprattutto all'impegno profuso dal suo fondatore e primo direttore.
Nel 1978 all'impulso dato alle ricerche filologico-classiche da Pietro Meloni si è affiancato anche un impegno di divulgazione culturale e scientifica attraverso la creazione, insieme ai Prof.ri A. M. Battegazzore e F. Bertini, della prima Rivista di Filologia apparsa a Sassari e cioè «Sandalion» che il sottotitolo «Quaderni di cultura classica, cristiana e medioevale» precisa meglio nei suoi contenuti.
Assistente diocesano dell'Azione Cattolica, dedito soprattutto alla pastorale dei giovani, delle famiglie, e dei ragazzi senza famiglia, ha ricoperto altri incarichi pastorali, tra i quali l'insegnamento di religione nelle Scuole Elementari del Convitto Canopoleno, quello di teologia nella Facoltà Teologica di Cagliari e negli Istituti di Scienze religiose di Sassari e Ozieri. Ha curato sempre i campi scuola per famiglie e i campi biblici.
Collabora alla Rivista biblica "Parola, Spirito e Vita fondata dai monaci di S.Pietro di Sorres e ad altre riviste. Le sue pubblicazioni scientifiche vanno dagli studi sulla poesia latina classica e medievale, a quelli sul Cantico dei Cantici, sulle Beatitudini, sullo Spirito Santo nella tradizione dei primi secoli cristiani.
Dal settembre 1983 è stato Vescovo di Tempio-Ampurias.
Ordinato vescovo il 10 settembre 1983, trasferito a Nuoro il 16 aprile 1992, divenuto emerito il 21 aprile 2011.
Il 10 settembre 2013 festeggia i trent'anni di ministero episcopale con una solenne celebrazione da lui presieduta nella cattedrale di San Nicola di Sassari.
Presidente del Comitato Scientifico-Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani. Membro della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.
PADRE MARCO ARDU
Padre Marco Ardu era nato a Villaverde (OR) l’8 settembre 1938.
Venne ordinato presbitero il 13 marzo 1965.
E’ deceduto il 10 novembre 2016, presso il convento San Francesco di Oristano. Francescano, archeologo, bibliotecario, archivista, scrittore, poeta, cappellano e rettore della chiesa del Monastero Santa Chiara in Oristano, assistente del gruppo missionario, ha vissuto prima a Sassari nel convento di Santa Maria di Betlem e poi ad Oristano in quello di San Francesco.
A lui si deve la rinascita, il riordino e l’apertura al pubblico dell’antica biblioteca del convento di Santa Maria e il suo trasferimento nell’attuale sede, conservando e valorizzando un’importante patrimonio per la storia del Convento e della città di Sassari.
Tra le sue pubblicazioni:
- La stella di Natale: un testo originale del 2016, illustrato a colori dove sono raccolti
pensieri, preghiere e riflessioni sulla stella di Natale. - Il complesso Monumentale di San Francesco d’Assisi in Oristano: un piccolo libro con fotografie di Eligio Testa, pubblicato nel 1998. Nel testo chiarisce l’importanza del Complesso monumentale, delle sue ricchezze e narra dei suoi utilizzi e delle sue trasformazioni nel tempo.
- Ho conosciuto un gatto: un’originale e particolarissima raccolta di pensieri e riflessioni di 45 pagine sulla quotidianità della vita.
- Villaverde e le sue antichità: 70 pagine di curiosità e impressioni sulla storia dei nuragici e dei complessi preistorici della zona del Monte Arci con l’invito all’attenzione per il territorio e alla sua conoscenza e valorizzazione.
- Padre Tomaso Polla (1615-1663): pubblicato nel 2013, racconta del frate minore conventuale nato a Cagliari il 16 dicembre 1615 e morto in fama di santità. Compositore e maestro di Cappella a Firenze e a San Lorenzo Maggiore di Napoli bruciò tutte le sue composizioni e moriva il 28 settembre 1663 nell’eremo di Santa Barbara. La Nuova Sardegna 30 novembre 2014 La Storia di Tommaso Polla
- Oltre la Speranza: raccolta di poesie, testo pubblicata a Sassari nel gennaio del 1998 con immagini di Loretta Contestabile
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Arcobaleno Colori del terzo millennio: raccolta di poesie, testo pubblicato a Sassari nel gennaio del 2000 con disegni di F. Becciu, V. Calvi, G.E. Coradduzza, V. Mazzanti, C. Piredda, E. Pulli, G. Torri.
- Sentieri di speranza: raccolta di poesie, testo pubblicato a Sassari nel 1996 con presentazione di Enzo Espa
- D'intorno: raccolta di poesie pubblicata a Sassari nel 2010 con prefazione di Isa Sarullo
- Il mio Dio: riflessioni e catechesi pubblicato a Sassari nel 2007 con presentazione di Padre Giuseppe Simbula
- Con Francesco, cantori e operatori della pace: pubblicato a Sassari nel 2006 presentazione delle lunette dipinte nella Sala Sisco e rappresentanti il Cantico delle Creature
- Parlano le pietre: riflessioni storiche, plastiche, grafiche e fotografiche, pubblicato a Sassari nel 2006 in collaborazione con Antonio Murziani e Francesco Ledda
- Chiostro dissacrato: pubblicato a Sassari nel 2010 con presentazione di Enrico Porqueddu
- Vita e morte a Sassari. Defunti sepolti nei vari cimiteri: Atti dei libri defunctorum delle parrocchie di Sassari: opera in nove volumi pubblicata dal 2004 al 2010.
- https://www.youtube.com/watch?v=6ekfotj33RM
- http://www.sassari.tv/video.php?id=145&cat=3
- http://www.sardegnabiblioteche.it/index.php?xsl=803&s=187772&v=2&c=5702&nc=1&qr=1&qp=2&vd=2
&fa=1&t=3 - https://www.libertass.it/2019/02/21/nuova-vita-per-santa-maria-di-betlem/
- https://sardinialinks.altervista.org/sassari-un-cimitero-sotto-laltare-della-chiesa-dei-candelieri/
- https://www.librisardi.it/autore/ardu-p-marco/