Le Secentine

della Biblioteca Francescana di Santa Maria di Betlem

 

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Il lavoro raccoglie le schede relative alle edizioni del XVII secolo. Descrive 56 esemplari preziosi, singolari, che presentano aspetti d’interesse molto vario: gli argomenti, la rarità, i pregiati e prolissi frontespizi con dedica, le antiporte, gli stemmi, i fregi tipografici e le cornici, i capilettera, le straordinarie incisioni, le xilografie e i ritratti.
Questa piccola raccolta offre inoltre la possibilità di poter analizzare le opere di un secolo che, purtroppo, 
non sono ancora state oggetto di censimento e studi approfonditi. Non esistono, infatti, lavori organici da poter consultare neppure riguardo le attività di editori e tipografi e le marche tipografiche-editoriali presenti nei libri.


Il fondo preso in esame è prevalentemente di argomento religioso. Sono presenti testi di diritto canonico, teologia, predicazione, commentari e preghiere, trattati sui sacramenti, vita dei santi e di Cristo, atti dei Concili, cronache ed annali. Oltre queste si
rilevano tre opere di letteratura latina e alcuni bellissimi antifonari. Un solo esemplare è privo della città di edizione; circa un terzo è stampato all’estero: a Lione. Un’unica edizione è di Madrid, una di Parigi ed una di Anversa. Le stampe italiane sono realizzate prevalentemente a Venezia e a Roma; Padova e Napoli figurano due volte, mentre altri centri una sola.


Nelle opere edite a Lione prevalgono i cognomi degli stampatori Anisson, Borde, Arnaud, Rigaud, Prost e Posuel legati in combinazioni diverse, mentre le opere italiane non mostrano la predominanza di alcun tipografo.


Ventiquattro esemplari non presentano alcuna nota di possesso. Per molti libri, invece, la cancellazione di note manoscritte o la presenza di due e, talvolta, anche tre detentori indicano i vari passaggi di proprietà o d’uso (schede: 7, 28, 38, 42 2 48). Alcune opere sono appartenute ad ecclesiastici d’altri ordini o a laici: Cambino, frate del convento di Sant’Agostino di Alghero; fra Solinas, osservante; Giovanni Contene del collegio di Bonorva; Raimondo Cubeddu, Domenico Deroma, Angela Figoni.
Tra i possessori francescani figurano bibliotecari, maestri, ma anche economi del convento. Troviamo il nome del bibliotecario P. M. Francesco Decori, confermato in tale incarico il 14 dicembre 
1714 dal Min. Prov. P. Simula. Egli insegnò teologia per almeno 12 anni e ricoprì diversi incarichi di prestigio (schede 9 e 31).
Nessuna opera può essere attribuita a un altro bibliotecario ben noto, P. M. Giacinto Barletti, nominato tale nel 1801 e neppure a padre C. Devilla, storico della provincia che negli anni ’30 del XX secolo fu artefice di una radicale riorganizzazione della Biblioteca, facendola diventare punto d’onore del convento. Sono invece appartenute a P. Antonio Sisco ben sei edizioni (schede: 3, 4, 7, 13, 17 e 34) e una a suo fratello Francesco (scheda 24). Sempre tra i minori conventuali figurano P. Filippo Casu, guardiano nel 1711, provinciale nel 1716 e proposto come maestro dei novizi nel 1732 (scheda 28); P. Giuseppe Marini guardiano, economo e maestro ex gratia nel 1845 (scheda 1); P. M. Agostini Melis, maestro nel 1851; Angelo Francesco Tirotto di Castelsardo (schede 6 e 8) e Giovanni Sanguino Licheri, dottore in teologia, prima frate e poi sacerdote (schede: 9, 21, 23, 39 e 41).


Il presente lavoro descrive le secentine prevalentemente dall’ottica del censimento e della catalogazione e, attraverso la compilazione degli indici e l’elaborazione dei dati, fornisce strumenti bibliografici di studio utili per un processo di ricostruzione storica che, si spera,possa essere oggetto di ulteriori e futuri approfondimenti. 

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Pinuccia Mura 2005